Un anno fa di questi tempi, la Juve Stabia di Eziolino Capuano venne al Comunale e strappò lo 0-0. I campani giocarono con cinque difensori, un centrocampo folto e il solo Baclet davanti, impegnato a fare a sportellate con Ranocchia per novanta minuti. Le vespe avrebbero dovuto chiudere in otto o nove, ma l'arbitro Gallo di Barcellona Pozzo di Gotto, un esordiente, si tenne i cartellini in tasca tutto il tempo. Così Capuano centrò l'obiettivo del punticino da portare a casa. A fine gara Cuoghi era letteralmente infuriato, anche perché con il suo collega aveva (e ha) rapporti pessimi, laddove l'aggettivo pessimi è un eufemismo. Cari invece l'altro giorno è stato più morbido: "Con Eziolino siamo amici, ormai ci affrontiamo da anni, dai tempi della serie D e tutte le volte ci stuzzichiamo prima delle partite. Capuano ogni settimana tira fuori il ritornello secondo cui i suoi avversari sono i più forti del campionato, che valgono milioni di euro, mentre la squadra che allena lui è stata messa su con gli spiccioli. Ovviamente non è vero, lo dice apposta per coprirsi le spalle". In effetti, Capuano è un personaggio. Salernitano, 44 anni a gennaio, ha allenato sempre al sud e soprattutto in Campania. Si è seduto sulle panchine di Cavese, Puteolana, Nocerina, Juve Stabia e Paganese, piazze calde con tifoserie che spesso non vanno d'accordo. Eppure Eziolino è stato apprezzato ovunque, in barba al campanile. E' uno che si fa ben volere, ama le iperboli, è un passionale, ci mette il cuore. In estate, il giorno della presentazione a Pagani, disse con enfasi: "Mi auguro di aprire un ciclo vincente e duraturo. Ho aspettato tanto questo momento, Pagani mi mancava. Al momento per me è come allenare il Real Madrid o il Manchester United".
In panchina si agita e spesso lo cacciano, difatti domenica andrà in tribuna per scontare il secondo turno di squalifica. Con i giocatori ha un rapporto di amore-odio, li blandisce e li pungola. Il primo giorno di ritiro ha parlato al gruppo dicendo: "Le vacanze sono finite, io vi odio e voi dovete odiare me. Qui si corre, si soffre e se non sputate sangue io non godo". Pittoresco. "Voi siete semplici giocatori, l'unico fenomeno sono io": è il refrain che lo accompagna dall'inizio della carriera. Eziolino, paradossalmente, non avrebbe voluto giocare al sud: "Mi sarebbe piaciuto il girone A, dove il calcio è vero e le squadre di Capuano hanno più possibilità di dimostrare il loro valore". Spiazzante. Di sé parla in terza persona, un altro vezzo in sintonia col suo carattere. A volte esagera decisamente, come quando, parlando di presunti illeciti e combine, la sparò grossa: "I giocatori dovrebbero essere messi nei forni crematori in modo che restino solo le ossa e i dentini, dovrebbero essere arrestati a vita e le società estromesse dal campionato". Capuano è così, prendere o lasciare. L'anno scorso ha allenato Baclet: "Al calcio l'ho restituto io. Quando è arrivato a Castellammare pesava dieci chili in più, l'ho mandato con la Berretti per un mese ed è tornato lui". A Sora, nel 2004/05, ha invece avuto Bricca alle sue dipendenze. Capuano, narrano le leggende, si sdraiava per terra e urlava: "Per vincere bisogna mangiare l'erba del campo". E strappava a morsi pezzi di prato. Lui si chiama Ezio, ma per tutti è Eziolino, un nomignolo affettuoso che si porta dietro da sempre. Domenica, come detto, sarà in tribuna. E in campo, fedele al suo calcio catenacciaro, proporrà un 3-5-1-1 tutto difesa e contropiede.
Andrea Avato - amarantomagazine.it
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