FOLIGNO - L’incubo è finito. La partita del “dentro o fuori” ci restituisce un altro Foligno, che di colpo ritrova una vittoria che mancava addirittura dal 21 settembre scorso. Il nuovo anno accende con forza la speranza, tenuta viva da una prestazione fatta di sostanza e temperamento che ha schiantato una Paganese troppo piccola per impensierire la rabbia di Guastalvino e compagni. Un’avversaria, quella targata Capuano, che senza le sue stelle (perse nel corso della finestra di mercato) è affondata come una corazzata in balia delle correnti. E nulla ha potuto contro la “zampata” della Pantera De Paula e i colpi da biliardo di un Coresi tornato finalmente Genietto. Guai però a farsi travolgere dall’euforia, perché l’essere ritornati a galla dopo una fetta di stagione infernale non significa aver superato ogni problema. La strada verso la salvezza è tutta in salita. E su questo non ci piove. Ma aver riguadagnato la fiducia dopo le precedenti “mazzate” significa far crescere l’autostima, fattore determinante per costruire l’impresa. L’importante era allontanare gli spettri maligni e l’operazione è riuscita intorno al 10’ minuto di una partita fino a quel momento alla “camomilla”. Da un fallo su De Paula nasce una punizione di Coresi dal versante destro. La traiettoria è perfetta, lo scatto della Pantera pure e il graffio di destro fulmina Pantanelli per l’1-0 che fa saltare il banco. Il “Blasone” sembra non credere ai propri occhi. Qualcuno parla di corni rossi incollati alla panchina di Indiani, qualcuno ricorda l’aiuto della solita maga, altri vanno ad abbracciare il portafortuna Franco Soli (tornato per l’occasione speaker ufficiale). E’ tutto vero. La realtà impone però di non abbassare la guardia, anche perché il prudente 3-5-1-1 ospite si trasforma presto in uno schema tutto proteso ad offendere, con i falchetti che accusano la paura e arretrano il proprio baricentro. Sbagliato. La Paganese c’è e si vede al 15’ con un tiro velenoso di Lasagna che Conti (all’esordio ieri in biancazzurro al posto di un Ripa sempre più triste) blocca in due tempi. I campani non ci stanno e pressano il centrocampo di casa, che fatica non poco a reggere l’urto. Al 29’ la Paganese sfiora il pareggio: cross dalla destra di Fanasca, la palla plana nell’area folignate con Iraci che aziona le molle e la colpisce di testa a botta sicura: per fortuna la sfera è alta. Indiani invita i suoi a non farsi schiacciare e finalmente, intorno al 15’, ecco una buona occasione propiziata dalla sinistra da Petterini che dal fondo scodella al centro: velo di De Paula e palla sui piedi di Turchi che al volo manda però alle stelle. Peccato. Ma al 43’ il Blasone rischia di venire giù: furia Petterini (sempre lui) scappa sulla propria corsia e poi serve in area per Coresi che, in spaccata, trova l’acuto giusto: la sfera carambola sul corpo di Pantanelli e finisce in rete: 2-0. E’ proprio vero, la musica è cambiata e lo si capisce ad inizio ripresa quando la Paganese resta in dieci per l’espulsione (somma di ammonizioni) di De Giosa per una entrata killer su Turchi (che poco dopo sarà costretto ad abbandonare il campo). La punizione dal limite dell’area ospite (siamo all’11esimo) è un invito a nozze per Coresi: breve ricorsa e colpo da sotto alla “Mariolino Corso” che toglie le ragnatele al set della porta di un Pantanelli incredulo: 3-0 e fine dei giochi. La Paganese resta in nove (cartellino rosso per doppia ammonizione di Imparato) e nonostante il tempo a disposizione sia ancora molto, in campo non c’è più nessuna velleità. Il resto è pura accademia, con il pubblico che torna a spellarsi le mani per i suoi falchetti. C’è ancora tempo per una riflessione e riguarda il nuovo modulo adottato ieri da Indiani, il 3-4-3. Un atteggiamento coraggioso, certo, ma che alla fine ha dato importanti frutti. In attesa di buone nuove dal mercato (servono come il pane un centrocampista e un attaccante) va bene anche così.
Maurizio Muccini - Corriere dell'Umbria
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