
A distanza di un anno solare l'Arezzo si scopre più bello, più efficace e più forte. La squadra è più o meno la stessa in quanto a nomi, anche se qualche innesto in effetti c'è stato, ma è profondamente diversa per lo spirito, l'atteggiamento e ovviamente per i risultati. OTTO PUNTI IN PIU' – Alla quindicesima giornata della passata stagione, l'Arezzo era ai margini della zona play-off con 20 punti all'attivo, 3 dei quali recuperati in corso d'opera dopo l'iniziale penalizzazione legata al ricorso al Tar dell'estate. La prima svolta si era già consumata, con Cuoghi che aveva preso il posto di De Paola dopo la sconfitta di Gallipoli al decimo turno. Era quello un Arezzo che in casa andava benino (4 vittorie, 3 pareggi e un ko all'esordio col Sorrento) ma che in trasferta non ingranava (solo un successo a Castellammare, 2 pareggi e ben 4 sconfitte). Vogliamo confrontare i numeri di allora con quelli odierni? Il saldo è attivo alla grande. 8 punti in più in classifica, secondo posto a -2 dalla capolista, rendimento ottimo in casa e strabiliante in trasferta, dove gli amaranto hanno fatto meglio di tutti, vincendo 4 volte e segnando 14 gol, molto più della concorrenza. L'Arezzo di Marco Cari, rispetto a quello di De Paola e Cuoghi, ha più punti, più gol segnati, più vittorie, meno sconfitte. Solo i gol subiti sono gli stessi: 16. Ma la differenza reti è decisamente più rosea: +11 contro +1. SPIRITO DIVERSO – Non solo numeri però. Ad essere cambiati sono lo spirito e l'atteggiamento di un gruppo che un anno fa non riusciva a vincere due partite in fila, che fuori casa si squagliava e che nelle difficoltà si spegneva. Oggi l'Arezzo vince in rimonta a Potenza e Lanciano, tira fuori le unghie a Crotone e viola un campo imbattuto da un anno e mezzo, si batte con coraggio leonino contro tutto e contro tutti. Non solo, quei giocatori che in estate volevano partire sono diventati parte integrante del progetto di Cari, Bricca si è trasformato in un terzino impeccabile, Beati sta giocando la migliore delle sue stagioni da prof, Bondi è tornato un elemento decisivo e incisivo e Baclet, sul quale Cari ha puntato fin da luglio, tanti gol così non li aveva mai segnati. Ripensando al clima del ritiro di Pieve, è proprio questo il merito più grande del tecnico. Aver dato un'anima a un gruppo sul quale in pochi erano disposti a scommettere.
(articolo pubblicato stamani sul Nuovo Corriere Aretino)
amarantomagazine.it
In foto il centrocampista brasiliano dell'Arezzo Renato Rafael Bondi
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