
L’ULTIMA VOLTA di Arezzo-Paganese è uno dei ricordi più dolci del calcio amaranto. Trenta maggio 1982, ventisei anni e mezzo fa, ultima giornata del campionato di C1 girone B. Aretini in testa con 45 punti, seguiti a una lunghezza dal Campobasso, poi Nocerina 43, Salernitana 42. Allora il successo valeva due punti. La Paganese era a 35, in sesta posizione, dopo aver condotto una bella stagione, ma ormai senza più obiettivi particolari. Però la partita andava giocata. Sole, caldo, stadio pieno fino al limite della capienza (poco meno di 15.000 spettatori). Antonio Valentin Angelillo, ex grande calciatore, era il tecnico e schierò Pellicanò, Doveri, Zanin, Mangoni, Zandonà, Butti, Botteghi, Neri, Gritti, Malisan, Carboni. A metà ripresa Quercioli rilevò Zanin e Vittiglio prese il posto di Carboni. Fu un trionfo, 4-1, doppietta di Botteghi su rigore, acuti di Gritti e Vittiglio. Per la Paganese segnò Fracas. Con gli azzurrostellati giocava Silano Fiorucci, poi allenatore amaranto per un breve periodo nel 2002-2003. Il presidente di quell’Arezzo era Narciso Terziani.
Ma sentiamo il racconto di Angelillo:
«Eravamo sempre stati in testa, dalla prima giornata. Noi davanti, ma Campobasso, Nocerina, Salernitana a inseguire senza tregua. Arrivammo all’ultima giornata con un vantaggio minimo. Ovviamente pur consapevoli della nostra forza, c’era un pò di tensione. Per fortuna tutto andò per il meglio e volammo in serie B».
«Eravamo sempre stati in testa, dalla prima giornata. Noi davanti, ma Campobasso, Nocerina, Salernitana a inseguire senza tregua. Arrivammo all’ultima giornata con un vantaggio minimo. Ovviamente pur consapevoli della nostra forza, c’era un pò di tensione. Per fortuna tutto andò per il meglio e volammo in serie B».
Una grande giornata...
«Ricordo tutto con piacere, la festa in campo, quella dopo, in città. Grande società, il presidente Terziani, dirigenti come Caldelli e Farsetti, ottima squadra, un gruppo solido, compatto, con valori importanti sotto tutti i punti di vista».
«Ricordo tutto con piacere, la festa in campo, quella dopo, in città. Grande società, il presidente Terziani, dirigenti come Caldelli e Farsetti, ottima squadra, un gruppo solido, compatto, con valori importanti sotto tutti i punti di vista».
Lei arrivò la stagione precedente...
«Mi chiamarono a campionato iniziato. L’Arezzo era ultimo, iniziammo una bella rimonta, fino al quinto posto e conquistammo la Coppa Italia di serie C chiudendo in bellezza».
«Mi chiamarono a campionato iniziato. L’Arezzo era ultimo, iniziammo una bella rimonta, fino al quinto posto e conquistammo la Coppa Italia di serie C chiudendo in bellezza».
Poi la promozione nell’82 e due annate in B...
«Un ciclo che non dimenticherò mai. Ovviamente il ricordo indelebile è quello del salto in B, ma ricordo volentieri anche le stagioni tra i cadetti, in particolare la seconda, quando rimanemmo alcune giornate in testa alla classifica. Alla fine giungemmo quinti».
«Un ciclo che non dimenticherò mai. Ovviamente il ricordo indelebile è quello del salto in B, ma ricordo volentieri anche le stagioni tra i cadetti, in particolare la seconda, quando rimanemmo alcune giornate in testa alla classifica. Alla fine giungemmo quinti».
Cosa mancò per il volo in serie A?
«Una punta. Gritti venne ceduto e nessuno lo rimpiazzò adeguatamente».
«Una punta. Gritti venne ceduto e nessuno lo rimpiazzò adeguatamente».
L’Arezzo di oggi come lo giudica?
«Non ho avuto occasione di vederlo all’opera, tuttavia so che va bene e mi fa molto piacere. Ha avuto un momento delicato ma può capitare. Per vincere i campionati occorrono qualità ma anche calma, nervi saldi e umiltà».
«Non ho avuto occasione di vederlo all’opera, tuttavia so che va bene e mi fa molto piacere. Ha avuto un momento delicato ma può capitare. Per vincere i campionati occorrono qualità ma anche calma, nervi saldi e umiltà».
Un giudizio su Cari?
«E’ un tecnico in gamba e serio».
«E’ un tecnico in gamba e serio».
Lei lavora sempre per l’Inter...
«Da quattordici anni. Mi trovo bene e ci stiamo togliendo soddisfazioni».
«Da quattordici anni. Mi trovo bene e ci stiamo togliendo soddisfazioni».
Fausto Sarrini - La Nazione
In foto, Antonio Valentin Angelillo quando era capitano dell'Inter
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